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Il cartamodello

Il cartamodello – a cosa serve?

Il cartamodello è la base per fare ogni capo. Che sia un abito o un paio di slip, questo supporto serve per avere la giusta misura e forma. Questi modelli di carta, fan sì che il taglio del tessuto sia preciso e che il capo sia cucito in modo corretto. Cos’è il cartamodello? È lo sviluppo in piano di una forma a tre dimensioni. Infatti il tessuto è steso in piano, quindi serve un disegno che possa essere usato in questa condizione. Il disegno deve tener conto di molti fattori. Una manica ad esempio, deve vestire il braccio e parte della spalla ed essere comoda, quindi, una volta cucita deve avere la giusta forma. Allo stesso modo il davanti ed il dietro del capo devono seguire le forme del corpo.

il cartamodello(Manica)

Come si fa il cartamodello

Si parte da misure fisiche come il torace, le spalle ed i fianchi. È un disegno che nasce da calcoli precisi e da proporzioni da rispettare. Può essere fatto con le misure fisiche di un cliente, ad esempio quando si fa un abito dal sarto, o come nel nostro caso (intimo), usando misure standard di taglia. Queste misure base, sono poi sviluppate grazie all’aiuto di apposite squadre, dette rapportatrici, che evitano di fare molti calcoli e rendono più veloce il lavoro.

il cartamodello - squadre(Squadre )

È chiaro che il modello deve tener conto di tante variabili. Il tessuto può essere rigido o elastico e le cuciture possono “mangiare” fino ad 1 cm. di tessuto. Le tacche di riferimento che fan sì che la posizione e l’unione tra i pezzi sia sempre giusta. Inoltre è sempre segnato il centro, il dritto filo, la misura dell’orlo e la posizione di bottoni e asole. Nella sartoria ci sono anche altri modi per fare il modello di base, ad esempio il Moulage. Consiste nel drappeggiare del tessuto sul manichino. È una tecnica molto difficile e ha bisogno di grande abilità manuale. C’è poi il metodo del tracciato base che consiste in molte misurazioni del corpo; si usa per le taglie speciali.

il cartamodello(Moulage)

La storia

I primi modelli di cui si ha traccia risalgono al 1400. In quest’epoca si inizia a produrre in modo più accurato. Gli abiti seguono i primi standard di taglia e vestibilità. L’abito diventa un bene comune, alla portata di quasi tutti i ceti sociali. In epoche precedenti invece, l’abito era un segno di distinzione tra i ceti più ricchi. Erano capi unici fatti su misura per il signore, che spesso voleva l’esclusiva di modello e colore proprio per distinguersi. I ceti più poveri invece, usavano semplici tuniche fatte con materiali poveri che non avevano un particolare modello.

il cartamodello 1400(Carta modelli nel 1400)

Oggi, i classici modelli in carta sono diventati digitali grazie al CAD. L’uso del PC ha portato una grande precisione nelle forme. In più ha eliminato tutti i modelli di carta a favore dello spazio. Il CAD può essere collegato al sistema di taglio automatico che elimina il disegno a mano del modello. Un altro plus è che i disegni sono sempre disponibili. È possibile modificare a video i modelli esistenti e farne di nuovi. Oggi i nostri capi sono fatti a CAD  ma abbiamo tenuto tutti i carta modelli storici, fatti in molti anni di attività, dai fondatori.

CAD(CAD)

 

 

 

 

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Macchina da cucire

Storia della macchina da cucire

Le prime notizie di una macchina da cucire risalgono al 1755. Sono legate al tedesco Karl Friedrich Wiesenthal, che per primo ideò un sistema di cucitura meccanico. Nel 1790 l’inglese Thomas Saint fece qualcosa di simile ma che partiva da un’idea diversa. Infatti, si trattava di una cucitura a catenella.

Anche se Germania ed Inghilterra, sono le nazioni dove nascono i primi  strumenti per il cucito, siamo molto lontani dal concetto moderno di macchina da cucire. La prima che abbia avuto un vero impiego, fu pensata nel 1829 da B. Thimonnier, che era un sarto francese. La sua macchina faceva una catenella come quella di Saint e nel 1830, con l’aiuto dell’ Ing. Auguste Ferrand, fece tutti i disegni tecnici per il brevetto, che fu registrato nel 1830.

La Produzione della macchina da cucire

Nel 1832, Walter Hunt inventa la prima macchina da cucire a punto annodato americano. Non pensa di brevettarla poiché non la considera un’invenzione degna di nota. L’inventore inglese John Fisher, nel 1844 crea il primo congegno che comprende tutte le idee precedenti. Sulla base di questi disegni, verrà poi costruito da Isaac Singer ed E.Howe. Quest’ultimo inoltre, fu tra i primi a studiare le cerniere lampo.machina da cucire (Progetto Elias Howe)

howe(Elias Howe)

Inizia così una piccola serie di questi apparecchi per cucire. Nel 1851 Singer fa la prima macchina con braccio parallelo al piano di lavoro. Ha anche un nuovo sistema a molla che tiene fermo il tessuto sotto l’ago. Queste macchine andavano a manovella, che era un po’ scomoda. Si pensò così di azionarle a pedale per  lasciare le mani libere. 30 anni dopo, la Singer fece il primo modello con motore elettrico. Nel 1975 creò la prima macchina elettronica al mondo (Athena 2000 o Futura 2000).

Isaac Merritt Singer(Isaac Merritt Singer)  macchina da cucire singer(Singer)

Nel 1862 in Germania, Georg Michael Pfaff vede una macchina da cucire in una fiera. Resta così colpito da questo nuovo oggetto che inizia a costruire su suo brevetto, macchine per cucire. Allo stesso tempo cessa di produrre strumenti a fiato per dedicarsi a questo nuovo progetto.

Pfaff(Georg Michael Pfaff)macchina da cucire pfaff(Pfaff)

L’Italia

La prima azienda nel settore, fu la Filotecnica Salmoiraghi nel 1877. Questo marchio si distinse per la qualità dei prodotti e per le innovazioni. Ad esempio fu la prima che mise l’asolatore automatico in una macchina da cucire. Intorno al 1920, la Virginio Rimoldi di Milano inizia a fare le prime taglia cuci. Queste macchine sono in grado di rifilare il tessuto mentre si cuce. È una nuova frontiera per la produzione dei capi di abbigliamento. Il lavoro diventa veloce con dei risultati eccellenti.

macchina da cucire rimoldi(Taglia cuci Rimoldi)

Il marchio più noto e ad oggi attivo è senza dubbio Necchi. Vittorio Necchi pensò bene di fare una macchina per uso domestico con la ghisa delle fonderie di famiglia. Inizia così con la “BD” e poi con l’innovativa “BU” una zig-zag che nel 1939 era già in grado di fare ricami. Infine nasce la  “BF” e nel 1950 la “Supernova” che ancora oggi è al passo con i tempi per i molti ritrovati tecnologici.
Nel 1956 la “Mirella” disegnata da Marcello Nizzoli, oltre a vari premi per le doti tecniche, entrò nel MOMA di New York per il suo design.

macchina da cucire necchi(Necchi Mirella)

Oggi

Oggi, le macchine da cucire sono diverse solo per l’elettronica e per alcuni azionamenti pneumatici. Nella nostra azienda ci sono macchine di ultima generazione ma anche un certo numero di “pezzi” più datati che hanno il pregio di fare cuciture di alta qualità.

macchina da cucire juki

 

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Titolo dei filati

Titolo dei filati

Che cos’è il titolo dei filati? È la misura della dimensione del filo che determina la finezza e di conseguenza la qualità della fibra. Per logica dovrebbe essere la misura del diametro del filo, ma ciò è possibile solo per fili di metallo non deformabili e con una sezione costante. Quindi come trovare il diametro di un filato deformabile e con sezione non costante? Semplice: si usano elementi facili da controllare, come lunghezza e peso. Di fatto è possibile farlo in due modi: peso per unità di lunghezza o viceversa, lunghezza per unità di peso, questa misurazione prende il nome di titolo.

(Filati)

 

È ovvio, una delle due grandezze deve essere fissata in precedenza, mentre l’altra è variabile. Entriamo ora nello specifico. Se si considera come titolo il peso relativo ad una certa lunghezza, è chiaro che il peso cresce con l’aumentare del diametro del filo. Quindi tanto maggiore è il titolo, tanto maggiore è il diametro del filo. (1000 metri di filo per cucire pesano meno di 1000 metri di corda da pacco). Al contrario, se usiamo come titolo la lunghezza di filato che serve per ottenere un certo peso, è chiaro che la lunghezza aumenta al diminuire del diametro del filato. Quindi quanto più alto è il titolo tanto più sottile è il filo. ( Per fare 1 kg di peso occorre molto più filo da cucire che di corda da pacco).

Ne deriva che: il titolo di un filato è un numero, indice della sua grossezza, proporzionale alla sezione del filato stesso.
Ci sono due criteri per il titolo dei filati: diretto e indiretto.
Nella titolazione diretta esiste una proporzione diretta tra titolo e sezione del filato.

titolo dei filati(Macchina titolatrice per la lunghezza e peso del filato)

Titolazione diretta

  • 1 Tex = 1 grammo ogni km di filo
  • 1 Decitex (dtex) = 1 gr. ogni 10 km di filo (sotto multiplo del Tex)
  • Denaro o Danaro (Td o den) = 1 grammo ogni 9 km di filo (idem come Tex)
  • 1 Scozzese (Ts) = 1 libbra ogni 14.400 iarde di filo (usato per i fili in juta).

Titolazione indiretta o numero

  • Numero metrico (Nm) indica quante matasse (1000 metri) di filo ci sono in 1 kg, è usato per i filati di lana pettinata, lana cardata, fiocco di fibre chimiche, filati fantasia.
  • Nr. chilogrammetrico (Nk) indica quanti metri di filo ci sono in 1 kg. Si usa per filati di cascame, lana cardata e filati fantasia.
  • Numero inglese cotone (Ne)  indica quante matasse (840 iarde) di filo ci sono in 1 libbra inglese (454 g).
  • Nr. inglese lino (Nl) indica quante matasse (300 iarde) di filo ci sono in 1 libbra inglese.
  • Numero inglese lana pettinata (Nw) indica quante matasse (560 iarde) di filo ci sono in 1 libbra inglese.
  • Numero inglese lana cardata (Ns) indica quante matasse (256 iarde) di filo ci sono in 1 libbra inglese.

Approfondimenti

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Rimaglio a mano

Il rimaglio a mano

Il termine rimaglio a mano, indica una fase di lavoro che si fa in ambito tessile ed è sinonimo di qualità. Il rimaglio a mano è spesso usato per le calze da uomo e si usa per unire la punta ed il tallone che sono fatti in aperto.

rimaglio a mano

Il processo

In pratica, col termine rimaglio a mano, si intende unire in modo preciso, la punta ed il tallone di una calza con la forma del piede. Bisogna stare attenti a non fare dei punti doppi che possono dare fastidio nella scarpa o dei buchi, che di certo possono causare una smagliatura nella calza. Infatti basta solo un punto mancato che la calza è rovinata. Alla fine del lavoro non si deve mai sentire la giunzione della punta e del tallone con il corpo della calza. Tutto deve essere liscio come se fosse un pezzo unico. Lo scopo di questo processo è quello di rifare la maglia. Da qui l’origine della parola rimaglio.

rimaglio a mano(Macchina da rimaglio)

I vantaggi del rimaglio a mano

Che vantaggi si hanno da questa operazione? Di certo nessun fastidio al piede o rischi di vesciche dovuti all’attrito nella scarpa. Infatti tutte le superfici sono lisce e piane; quindi, c’è una maggiore comodità nell’uso di tutti i giorni. La qualità della calza cresce. Infatti sono più resistenti, oltre che per il rimaglio che elimina ogni cucitura, anche grazie ai filati doppi ritorti che vengono usati in queste calze di alta qualità. Questi filati, oltre ad essere molto più forti del normale, sono più sottili e quindi comodi, in più sono sempre tinti in filo. Questo dà una grande solidità del colore al lavaggio.

Il valore aggiunto

Per insegnare ad una operaia l’arte del rimaglio, servono molti anni. In questo periodo di prove, si rovinano molte paia di calze prima che la resa arrivi alle 25/30 dozzine al giorno. Si tratta di una quantità minima, se la si paragona alle 120 dozzine al dì che si possono fare cucendo a macchina. Si capisce subito la differenza di prezzo e di qualità tra una calza rimagliata a mano ed una calza cucita a macchina.

Inoltre, la durata ed il confort delle calze rimagliate  a mano è di gran lunga superiore rispetto a quelle cucite. Le nostre calze hanno la punta ed il tallone rinforzati e sono fatte in fibre naturali che sono  tinte in filo. Anche il bordo superiore dove c’è l’elastico, è fatto con la lycra al posto della comune gomma. Questo al fine di rendere più comode e durature le calze.

Altre risorse

tutorial

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Salute e fibre naturali

Salute e fibre naturali

È bene sapere che salute e fibre naturali, vanno di pari passo. L’uso di capi naturali è la base per una buona salute. I capi intimi sono come una seconda pelle, che è un organo molto delicato. Ha due funzioni base: assorbe l’aria, la luce e il calore per darci energia ed eliminare le scorie. Con altri organi, come reni, intestino, fegato e polmoni, la pelle  libera il corpo dalle tossine. Un capo che tuteli la nostra salute, deve far sì che ciò accada nel modo più rapido possibile.

Le fibre naturali

salute e fibre naturali

Un tempo i tessuti erano tutti naturali, come il lino, il cotone, la lana e la seta. Queste fibre sono ideali per la nostra salute e per di più non inquinano poiché sono amiche dell’ambiente. Con il filo sintetico, che ha grandi doti di resistenza, è pratico e costa poco, il mondo della moda è cambiato e si è rivolto verso l’uso di queste nuove fibre.

Le fibre sintetiche

salute e fibre naturali

Buona parte delle fibre sintetiche nasce dalla sintesi del petrolio. Poi, dei processi chimici le trasformano in filati. Si tratta di fibre che traspirano poco e che a contatto con la pelle possono causare molte allergie a discapito della salute. Queste fibre sono l’ambiente adatto per batterimicrobi. È noto che i capi sintetici, dopo poche ore di utilizzo, abbiano un cattivo odore. Ciò dovuto al degrado dei batteri nelle fibre. Un altra nota negativa, sono le cariche elettrostatiche, che il corpo fatica a smaltire. Questo fatto, a lungo andare, crea stress, danni al sistema nervoso ed alla flora batterica intestinale. Di sicuro, non sono le fibre ideali per la salute del nostro corpo.

Un capo naturale

I capi che stanno sulla pelle, come intimo, camicie, calze, lenzuola, federe e coperte devono essere fatti in fibre naturali per il bene della nostra salute. Viste le ore di utilizzo di questi capi, si capisce subito l’importanza dei materiali naturali di prima qualità. Inoltre è un bene per la nostra salute che siano tinti e trattati nel rispetto delle leggi. Sono molto indicati per i neonati, i bambini, gli ammalati. Ideali anche per le persone che sudano molto o che lavorano in climi freddi.

Proprietà

Il cotone:

cotone

Nei periodi caldi tiene fresco il corpo, assorbe il sudore e ripara dai raggi UV. Se lasciato grezzo, la sua peluria lo rende adatto anche in autunno . Il cotone si usura poco, è facile da tingere e può essere lavato con facilità. Resiste alle alte temperature. Per finire, non dà allergie. Ottimo per la nostra salute

La seta:

seta

Eccellente fibra naturale è leggera e lucente. Isola bene ed è anallergica. È morbida, delicata sulla pelle e ripara dalle cariche elettro statiche che sono nocive per la salute. È ideale in caso di forte stress o per pelli sensibili. Si può usare sia in estate che in inverno. Va lavata con cura non rovinare la fibra.

Il lino:

salute e fibre naturali

Il lino è una fibra legnosa che non è facile da stirare, ma è meglio del cotone per asciugare la pelle. Ha un elevata capacità di assorbire l’acqua e non irrita. È più fresco del cotone, ed è curativo e lenitivo per chi ha problemi di allergie. Si lava come il cotone, resiste bene all’usura e ai lavaggi. È ideale per lenzuola e federe.

La lana:

merino

Questa fibra va bene sia in inverno che in estate. Infatti, la seta tiene costante la temperatura del corpo, assorbe il sudore e resta asciutta. È ideale per i bambini, per chi ha problemi di reumatismi, cervicale e artrosi. Va lavata con cura perché si può infeltrire.

Approfondimenti

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Perchè usare la lana

Perchè usare la lana tutto l’anno

Perchè usare la lana ? Perché, la lana è un ottimo isolante e come tale ripara dal freddo, ma anche dal caldo. Fin dai tempi più remoti l’uomo ha sempre usato questa fibra per ripararsi dal clima. Dalle regioni fredde dell’ Asia a quelle calde dell’Africa, la lana è sempre presente. Infatti i popoli del deserto (Tuareg) usano abiti in lana per far fronte alle temperature molto elevate a cui sono esposti.

perchè usare la lana(Touareg)

Questa scelta non è dettata dalla follia, ma da un esperienza che ha le radici nella notte dei tempi. Infatti, la lana ha delle qualità che la rendono unica. Vediamole ora nel dettaglio.

Le qualità

Se si osserva la lana al microscopio si può notare che sembra un serpente. Infatti la sua parte esterna è a squame fatte di cheratina, che è una sostanza proteica. La stessa dei nostri capelli.
perchè usare la lana(Fibra di lana)

Sotto lo strato esterno c’è una struttura detta a “mattoni e calce”, dato che ricorda quella dei muri, che rende la fibra molto forte. Alcuni tipi di lana, oltre alla parte esterna ed alla corteccia interna, hanno un anima centrale molto porosa. La fibra in questo caso è più leggera e molto più gonfia.

La lana è la fibra più igroscopica in natura, infatti può assorbire vapore acqueo fino ad un terzo del suo peso senza dare la sensazione di bagnato. Questo accade perché la lana è fatta da aminoacidi che assorbono le molecole di acqua nella fibra. Ciò la rende diversa della spugna che assorbe in modo capillare. Di conseguenza, con un clima caldo e umido, la lana assorbe l’umidità e il sudore e li restituisce all’ambiente. Questo processo in cui la lana assorbe e trasferisce all’esterno, crea una termoregolazione. Allo stesso modo, un capo di lana esposto al freddo, comincia ad assorbire l’umidità corporea, aumentando di 2-3 gradi la sua temperatura. Questa reazione, ritarda di alcune ore il raffreddamento del tessuto, dando modo al corpo di adattarsi alla nuova condizione esterna.

perchè usare la lana(Lana)

La lana ha un grande potere di assorbimento, ma assorbe solo il vapore acqueo e non l’acqua (che ha una struttura molecolare più grossa). Ciò la rende idrorepellente; infatti, la materia grassa (lanolina) che riveste le fibre, non viene eliminata neppure nel lavaggio a secco.

L’isolamento – Perché usare la lana

L’isolamento termico di un tessuto è dato da quanta di aria rimane tra le sue fibre. Più aria c’è, maggiore è il potere isolante. In media, un comune tessuto è fatto dal 75% di aria e dal 25% di fibra, mentre un tessuto di lana ha il 90% di aria ed il 10% di fibra.

perchè usare la lana(Struttura della lana)

Le squame della lana rendono ruvida la fibra ed i loro interstizi ne aumentano la superficie e fan sì che la lana trattenga una maggiore quantità di aria. Ecco perché le pecore sono indifferenti al caldo e al freddo e perché le popolazioni del deserto preferiscano vesti in lana. Inoltre questa fibra ha un elevato potere ignifugo: brucia con difficoltà, non propaga la fiamma, sviluppa poco calore e poco fumo. Per questo motivo i rivestimenti di aerei, treni, pullman, cinema e locali pubblici sono spesso fatti di lana.

Perché usare la lana nello sport

In tempi recenti, la lana è stata riscoperta nell’uso sportivo, dopo che le fibre sintetiche avevano invaso il mercato. Infatti viste le sue doti naturali, la lana viene usata nei capi dei maratoneti e corridori. Oltre alle doti termiche, la lana ha anche una grande qualità: non puzza. Cosa non da poco se si deve usare la maglia per più giorni consecutivi, magari durante una gara di endurance. Ecco spiegato perché usare la lana anche nello sport.

I nostri prodotti

Canottiera s/s

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Collo a V m/m 

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Collo a V m/l 

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Manutenzione del cashmere

Manutenzione del cashmere

Per una buona manutenzione del cashmere è bene lavarlo a mano. I può lavare anche in lavatrice scegliendo il ciclo delicati a 30°. Al contrario di tutte le altre lane, non bisogna avere paura di bagnarlo. Il cashmere non teme l’acqua, questo deriva dal fatto che le capre Hircus da cui si ottiene questa fibra, vivono in un ambiente estremo e sono spesso sotto la pioggia e la neve.

manutenzione cashmere

Lavaggio a mano

Se si decide di lavare a mano il cashmere, si consiglia di usare acqua tiepida e un sapone delicato di qualità. Meglio se è un sapone specifico ed è bene lasciare in ammollo per circa 15 minuti. Evitiamo di sfregare o torcere il capo. Il risciacquo finale va fatto con acqua fredda. Per una buona manutenzione del cashmere, è bene lasciare scolare il capo su una piano orizzontale, avvolgerlo in un asciugamano per eliminare l’acqua in eccesso. Far asciugare lontano dalla luce diretta del sole o fonti di calore.

manutenzione del cashmere

Lavaggio in lavatrice

Per lavare il cashmere in lavatrice è bene usare un ciclo delicato per capi di lana a 30°. Non usare temperature inferiori ai 30° poiché lo sporco non si scioglie ed il lavaggio risulta inutile. È consigliato un sacco da lavatrice dove riporre i capi in modo che non si deformino, anche una federa di un cuscino può servire allo scopo.
Attenzione!
Oltre i 30° il cashmere può rovinarsi. È bene usare piccole dosi di sapone, centrifugare a bassi giri e poi stendere in piano, usando un panno per togliere l’acqua in eccesso. Non asciugare vicino a fonti di calore o alla luce del sole che potrebbe rovinare il colore.

manutenzione cashmere

La stiratura – Manutenzione

Se il lavaggio è fatto per bene, lo stiro non serve. In ogni caso, per stirare il cashmere è molto importante tenere sempre il capo al rovescio. Meglio usare temperature molto basse per non rovinare le fibre. Può essere usato anche il vapore ma ad una distanza di 5 centimetri dal capo. Dopo aver girato la maglia di cashmere al rovescio ed averla protetta con un panno di cotone si può usare il  vapore.

stiro

Particolarità del cashmere

Nei primi utilizzi di un capo in cashmere può esserci il “pilling”. Si tratta di piccoli pallini chiamati “pills”. Questi pallini nascono a causa dello sfregamento e non sono un segno di qualità inferiore del cashmere, ma derivano dall’uso. Infatti, dopo due o tre lavaggi la peluria in eccesso sparirà e la fibra apparirà in tutta la sua bellezza. È possibile togliere i pallini con l’aiuto di una spazzola morbida o con l’apposito pettine. Anche questo fa parte della manutenzione del cashmere. I lavaggi frequenti non sono un problema! Il cashmere ama l’acqua! Le capre Hircus vivono in condizioni dure e sono spesso sotto la pioggia. Le fibre quando sono bagnate si smollano, mentre quando si asciugano, tornano allo stato originale. In questo modo la vostra maglia di cashmere si rinnova ad ogni lavaggio.

pilling(Pilling)

Conservazione

Nella stagione calda i capi in cashmere sono esposti all’attacco delle tarme che sono ghiotte di questa pregiata fibra. Per evitare di farci divorare il guardaroba da questi famelici insetti, consigliamo di riempire un fazzoletto con un po’ di lavanda, chiodi di garofano, menta e cannella e metterlo nella maglia di cashmere piegata. Quando si ripone il capo, deve essere ben piegato e steso in piano per evitare che si deformi. È bene mettere i capi di cashmere dentro scatole o sacchetti ermetici e spruzzare nell’armadio un prodotto anti tarme.

(Tarme)

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Made in Italy

Made in Italy

Il made in Italy è un’indicazione che determina l’origine di un bene. È fatta in base alle norme comunitarie in materia di origine di un prodotto. Da uno studio fatto da Made-In-Country-Index (MICI) 2017 e pubblicato da Forbes il 27/03/2017, questo marchio è al 7º posto nel mondo in termini di reputazione. Inoltre, per la società di studi di mercato KPMG, è il terzo marchio al mondo per notorietà dopo Coca Cola e Visa.

made in italy

Storia del made in Italy

In origine era una dicitura messa dai produttori italiani agli inizi del 1980, ma è chiaro che lo scopo del made in Italy era di far fronte alle falsificazioni dei prodotti italiani, che all’estero godevano di una grande fama. Infatti i nostri prodotti erano associati a qualità, stile, ma anche eleganza. Queste doti erano un grande plus nel commercio. I settori primari erano 4: Abbigliamento, Agro alimentare, Arredamento, Auto.

made in italy

made in italy

made in italy

made in italy

Le leggi

Le norme furono definite con l’Accordo di Madrid del 14/04/1891 ma approvate in Italia con la Legge n. 676 del ’67. In modo chiaro si stabilì che il “made in…” dava modo di capire il luogo di origine di un prodotto. Dal 1999, il marchio made in Italy è stato promosso da vari enti in diversi settori. In più nel 2009 nasce una legge per la tutela del marchio: il decreto legge nº 135 del 25/09/2009 che contiene l’art. 16 dal titolo Made in Italy e prodotti italiani.

L’importanza

Questo marchio è molto importante per l’export italiano grazie alla sua fama a livello mondiale. Infatti nel gennaio 2014 il Google Cultural Institute col governo italiano e con la Camera di Commercio italiana ha avviato un progetto online per promuovere il made in Italy, grazie ad uno showroom virtuale. Il 1º maggio 2016 è entrato in vigore il nuovo Codice Doganale dell’Unione. La legge stabilisce, in diversi settori, quali l’abbigliamento e le calzature, un’etichetta obbligatoria sui prodotti, che mostri il luogo di origine di tutte le fasi di lavoro. Grazie a queste norme, l’origine dei prodotti è sicura. L’uso  del “made in Italy” è permesso solo ai prodotti le cui fasi di lavoro sono fatte in Italia.

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Visconti di Angera

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Sanforizzazione

Sanforizzazione – Storia

La sanforizzazione fu inventata  nel 1930 dall’americano Sanford Lockwood Cluett, da cui prese nome. Cluett non era solo un uomo d’affari, ma anche un grande inventore. Infatti aveva al suo attivo ben oltre 200 brevetti. Tra questi, i più degni di nota erano la carta Clupak, che era usata per gli imballaggi ed il famoso sestante. Questo strumento divenne basilare per la navigazione poiché dava modo di calcolare la distanza angolare tra due oggetti visibili. La funzione del sestante è misurare l’angolo tra un corpo celeste e l’orizzonte e calcolare il punto nave. La cosiddetta navigazione astronomica. Cluett, si dedicò anche allo sviluppo delle prime  macchine per l’agricoltura (falciatrici). In più fondò a New York la Cluett Peabody and Company Inc. che faceva camicie.

sestante - sanforizzazione(Sestante)

Il ciclo di sanforizzazione

La sanforizzazione consiste in due fasi, una meccanica e una termica. Una macchina forza il tessuto a rientrare nel senso della lunghezza (ordito) e compatta nello stesso tempo i fili di trama. Il processo consiste di una serie di cicli, dove si lava, si pressa, si asciuga e si tratta con sostanze chimiche adeguate.

sanforizzazione(Sanforizzo)

Tutto ciò migliora la stabilità del tessuto solo nel senso della lunghezza (ordito), mentre è poco influente nel senso dell’altezza. La trama, è più stabile grazie ai fili più compatti che riducono l’avvicinamento tra loro di quelli di ordito. Il sanforizzo nasce per il tessuto a navetta (noto anche come ortogonale), per il quale resta ancor oggi una lavorazione primaria. Anche i tessuti a maglia di viscosa e micro modal sono oggetto di questo trattamento. In questo caso, la stabilità è inferiore a quelli del tessuto a navetta, ciò è dovuto alla naturale elasticità della maglia.

sanforizzazione(Tessuto ortogonale)

I risultati

I tessuti dopo la sanforizzazione non devono avere ritiri superiori all’1%. Questo risultato serve per garantire la perfetta vestibilità anche dopo il lavaggio. Infatti i capi prodotti con tessuti a navetta sono rigidi ed un ritiro li renderebbe inutilizzabili. Questo processo è fatto per lo più ai tessuti di alta qualità per camiceria e per i tessuti dei classici boxer in tela.

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Prodotti

Boxer tela

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Cotone elasticizzato

Cotone elasticizzato

Il cotone elasticizzato nasce in tempi recenti, con l’arrivo delle microfibre elastiche. Queste sono unite al cotone in dosi che vanno dal 4 al 10%. In un primo tempo, viste le sue qualità, viene usato nell’ambito sportivo. Infatti, nello sport, l’elasticità è alla base per il confort e la durata del capo. Allo stesso tempo, serve una fibra naturale che sia fresca, non dia allergie e sia in grado di assorbire il sudore. Visti gli ottimi risultati nello sport, l’uso del cotone elastico si è esteso anche all’intimo classico. I capi principali sono i boxer e gli slip, che sono molto comodi e danno un sostegno perfetto.

cotone elasticizzato(Cotone elasticizzato)

La tessitura del cotone elasticizzato

Il cotone elasticizzato è un tessuto jersey, che si fa con macchine circolari. In ogni punto filo (caduta) oltre al cotone c’è l’Elastam. Questa fibra, anche in piccole dosi, dà una buona elasticità al tessuto. Il tessuto è compatto, liscio e capace di estendersi sia in lunghezza che in larghezza. Queste doti danno una grande vestibilità e resistenza all’usura. Dopo la tessitura, si fa un bagno di rientro, che rende stabili le fibre, poi si stira a vapore. Infine, il tessuto viene lasciato riposare per molti giorni per eliminare le tensioni torcenti.macchina circolare per cotone elasticizzato(Tessitura)

Le doti cotone elasticizzato

Il cotone stretch è fresco, morbido e resistente. È ideale per fare boxer e slip. Questi capi hanno come plus il confort e la freschezza. Vista la sua struttura, tende a torcere  specie se si usano cotoni di bassa qualità. In questo caso, può accadere che la torsione di torcitura si sommi a quella di tessitura. È chiaro che tutto ciò deve essere evitato nel modo più assoluto.

Accorgimenti

Visconti di Angera, per evitare il problema di cui sopra, usa solo filati di alta qualità. Il filo di Elastam, in piccole dosi rende stabile il tessuto. Per ridurre ancor di più la torsione, usiamo macchine con 30 cadute. Si tratta di macchine a bassa resa rispetto alle moderne macchine con 90 cadute. È ovvio che la produzione giornaliera di cotone elasticizzato è poca, ma il tessuto è ottimo. Alla fine, un bagno in tintoria migliora la mano.

 

La salute

La fibra elastica (Elastam) è di prima qualità e non ha subito trattamenti nocivi per la salute. Per evitare allergie o dermatiti, la quantità di questa fibra nel tessuto è minima. Inoltre il cotone che usiamo, ha una consistenza ed un volume che tende ad inglobarla. Questo fa sì che sulla pelle ci sia quasi solo cotone, a tutela della salute di chi usa i nostri capi in cotone elasticizzato. Purtroppo in molti capi di importazione non si rispettano le norme di sicurezza sui trattamenti dei tessuti. Questo ha creato molti problemi di eruzioni cutanee e allergie. Visconti di Angera fa tutto in Italia, a garanzia del rispetto delle norme vigenti per la tintura delle fibre.

cotone elasticizzato(Trattamenti a norma di legge)

Il risultato

Grazie a tutta questa cura, il risultato è di rilievo. Infatti i capi fatti con questo materiale, sono leggeri, freschi e molto comodi. Nel caso del Boxer, il sostegno è di alto livello e si può usare anche nello sport, come il trekking e la corsa. Vista la % minima di Elastam, non ci sono casi di allergia. La resa al lavaggio è molto buona, così come la durata del capo.

I prodotti

Boxer

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