Fibre artificiali
Le fibre artificiali, nascono da materie prime rinnovabili, come la cellulosa del legno, le proteine del latte (caseina) ed i cascami di cotone (linters). Sono simili alle fibre naturali per aspetto e qualità. Il grande plus di queste fibre, è quello di essere fatte ad hoc per gli usi a cui sono destinate. Infatti, a seconda del bisogno, ci sono fibre opache o lucide. Possono essere rigide, elastiche, ruvide o morbide. Le fibre artificiali, si creano grazie a dei reagenti che mutano le fibre naturali. In base al materiale di partenza ed al reagente, si fanno diversi tipi di fibre.
(Linters di cotone)
Le fibre artificiali, sono spesso ritenute causa di cattivi odori, di allergie e scomode da usare. Alcuni credono che siano nocive per la salute e per l’ambiente. Nulla di tutto ciò è vero! Anzi! Le fibre artificiali, grazie al loro sviluppo, sono in grado di prevenire, ridurre e spesso risolvere questi problemi.
La storia
I primi tentativi di creare delle fibre artificiali, risalgono al 1884, quando il conte De Chardonnet riuscì a a creare un filo con un po’ di nitro – cellulosa. La cosa riuscì grazie a un ciclo di estrusione. Questa seta artificiale prese il nome di Rayon ed ebbe subito due problemi.
- Primo: era pericolosa, visto che bruciava con facilità.
- Secondo: era più costosa della seta naturale.
Nel 1890 nasce il Rayon cupro ammoniacale che è quasi identico alla seta per lucentezza e mano. In Italia, bisogna aspettare fino al 1920 per vedere la prima azienda di seta artificiale. Questo fu possibile grazie ad una compagnia di navigazione, la SNIA: “Società di Navigazione Italo Americana”, che si occupava di trasporti marittimi tra Italia e Stati Uniti. Al mutare del mercato dei noli, la SNIA decise di investire nell’attività industriale. Tre aziende finirono sotto il controllo della SNIA:
- La Società Viscosa di Pavia (1920),
- Italiana Fabbriche Viscosa di Venaria (1920)
- Italiana Seta Artificiale di Cesano Maderno (1921)
(SNIA a Varedo)
Il Boom
La fase di crescita continuò nel 1925 quando si fece il nuovo impianto di Torino Stura. Nel 1927 la SNIA Viscosa assume il controllo del Gruppo Seta Artificiale con gli impianti di Varedo e di Magenta. La produzione annua di Rayon, passa dai 500.000 kg nel 1920, per arrivare, durante la crisi del 29, ad oltre 9,5 milioni di kg.
Negli stessi anni l’industria delle fibre artificiali si sviluppò a Châtillon, in Val d’Aosta grazie alla vicinanza delle centrali elettriche, con impianti anche a Ivrea e a Vercelli (Società Soie de Châtillon).Fu creata una fabbrica di acetato a Pallanza, la Rhodiaseta, poi divenuta Rhodiatoce (con brevetti Rhône-Poulenc). A seguire, a Gozzano (Novara) con un impianto con il processo al cupro ammonio che usa cellulosa (linters di cotone) della società Bemberg. Infine a Pizzighettone (Cremona) per la produzione di cordene, fibra usata per le tele dei pneumatici.
Quali sono le fibre Artificiali
Il Rayon è la prima fibra artificiale, ma negli anni, sulla spinta della eco-sostenibilità, ne sono state create molte altre. Ecco un elenco di questi nuovi materiali:
Tutte queste fibre sono simili, tranne il Lanital che deriva dalle proteine del latte. È molto simile alla lana con cui condivide molte qualità: isolamento, morbidezza e mano. In più, è poco gradito dalle tarme. Si possono dividere le fibre artificiali in base alla loro origine.
- Cellulosiche (dal legno)
- Proteiche (dalle proteine del latte e del mais)
- Alginiche (dalle alghe)