La lana Merino – Storia
Le origini della lana Merino sono dubbie, ma si pensa che siano legate alla dinastia dei Merinidi, che governò il Marocco e che invase più volte la Penisola Iberica. La pecora Merino, deriva da una razza allevata in Spagna nel XII secolo la quale ne ebbe l’esclusiva fino al XVII secolo. All’inizio del XVIII secolo, dopo un lascito tra i rispettivi sovrani, la Francia fu il primo paese ad avere il permesso per allevarle. Nei primi anni del 1800, la pecora Merino fu portata in Australia, dove trovò un habitat ideale grazie ai vasti pascoli ed al clima Dopo la II guerra mondiale la produzione di tessuti in lana Merino inizia la sua crescita; uno dei motivi, fu anche l’esigenza del clero di avere abiti da usare in tutte le stagioni.
(Mura Merinidi di Ceuta – Marocco)
Le doti
La Merino, è una razza amata per il suo vello, da cui si ricava una fibra di prima qualità. Questa lana è molto morbida e il suo pelo è più sottile rispetto al pelo di una lana normale. Infatti, con un diametro sotto ai 20 micron (milionesimo di metro), le sue fibre si flettono a contatto con la pelle. I capi sono elastici e si adattano alle movenze del corpo. Gli indumenti sono gradevoli al tatto e riducono le irritazioni e le allergie. I capi in lana Merino, sono molto resistenti, leggeri e si usano senza problemi anche col caldo. Questa fibra è igroscopica, assorbe ed espelle fino al 35% del suo peso in acqua, senza dare quel senso di umido; inoltre lascia passare l’aria; ecco perché è ideale anche nei mesi più caldi. Perfetta per alcuni sport, come ad esempio l’alpinismo.
“Veste di lana, tien la pelle sana.”
(Proverbio)
Struttura di un filo di lana merino
La lana Merino è anti odore, grazie alla sua struttura a squame. La figura che segue è stata fatta al microscopio, i peli di questo animale sono più sottili di un capello umano. Il primo strato è una membrana idrofoba, sotto questa membrana si trova il secondo strato, detta cuticola. All’interno della cuticola si trova la maggior parte della fibra, il 90%, detto cortice. Proprio per questa morfologia, i batteri che causano i cattivi odori, vanno altrove. I batteri per prolificare hanno bisogno di una superficie liscia. Meno batteri, meno cattivi odori, meno lavaggi, più cura per l’ambiente! Ecco perché non serve lavare spesso un capo in lana merino.
(Fibra Merino al microscopio)
(Filo di Fibra lana Merino)
La produzione
La produzione è priva di sprechi. Da 1 kg di lana si ottiene 1 Kg di fibra e da ogni pecora Merino si ricavano fino a 10 kg di lana. Si calcola che quasi la metà della produzione arrivi dall’Australia; la Nuova Zelanda invece, è il paese dove le pecore Merino sono di gran lunga più numerose degli abitanti: ce ne sono infatti 27,6 milioni (2016), a fronte di 5 milioni e mezzo di persone. La lana Merino australiana è raccolta in balle e venduta in aste pubbliche, dove ci sono compratori da tutto il mondo. I lanifici del nostro paese, sono tra i maggiori acquirenti e di solito a loro sono riservate le partite più pregiate. Le migliori aziende che lavorano la materia prima in filato e poi in tessuto sono in Italia, nella zona del biellese e della Valsesia.
(Pecore Merino in Nuova Zelanda)
(Lanifici in Valsesia)
Un aneddoto
A volte capita che una pecora si perda nelle vastità dei pascoli in cui vive. Questa che narriamo è una storia vera. Chris, è il nome della pecora merino che per anni ha vagato lontano dal suo gregge, senza più contatti con l’uomo. Durante il mese di settembre del 2015, Chris fu visto nelle campagne vicino a Canberra, la capitale dell’Australia; era ricoperta di lana in modo scioccante. La sua tosatura, ha infatti prodotto oltre 40 Kg. di lana, un vero e proprio primato! Una pecora va tosata almeno una volta all’anno ed in media può dare 10 kg. di lana. Con questi dati si può ben pensare come un vello così massiccio sia stato un evento da record. Chris è morta di vecchiaia nell’ottobre 2019.
(Chris prima e dopo)